Una delle sequenze più famose del mondo, trasmessa e portata nell’occidente dal rinomato Swami Sivananda di  Rishikesh.

Rishikesh è la celebre città dei Rishi, maestri delle samhite vediche,  per i tanti ashram e le molteplici opportunità di seguire corsi dell’antica discplina indiana, oggi è considerata la capitale dello Yoga.

Li lo Swami Sivananda insegnò un modo di praticare lo yoga che integrava tutti i sistemi degli antichi maestri conosciuti quindi questo yoga, detto della sintesi, è la base dello yoga praticato oggi.

La serie di Rishikesh è una sequenza di asana fondamentali studiata ed insegnata proprio nel famoso ashram di  Rishikesh e la sua popolarità è data da alcuni aspetti fondamentali che rendono la pratica molto efficace. Difatti la sequenza ha effetti benefici su tutto il corpo, poiché favorisce le condizioni necessarie per il ristabilimento della salute e dell’equilibrio mentale. Si è stabilito che, se praticata quotidianamente, è in grado di riequilibrare il corpo su più livelli: fisico, energetico, mentale ed emozionale. I vecchi maestri intuivano che ognuna delle posizioni stimola o attiva uno o più centri energetici, conosciuti come Cakra, che regolarizzano il flusso dell’energia distribuendola agli organi corrispondenti.

La sequenza di asana per la sua semplicità può essere eseguita da persone di ogni costituzione fisica e con vari gradi di flesssibilità, sviluppo fisico e ad ogni età. Non per questo non richiede l’uso del buon senso. Soprattutto in relazione alla costituzione del corpo e rispettando particolarmente le indicazioni che il nostro stesso corpo ci suggerisce.

Importante è che le posizioni, se ben eseguite, hanno la possibilità e l’importanza di esercitare  il nostro sviluppo psico-fisico ed avviarci nella pratica dello yoga. Mai preoccuparsi di raggiungere il “perfetto”, nel senso della flessibilità e della forza, ma procediamo sempre gradualmente e lentamente entro i limiti del corpo e senza forzate mai la postura.

SHIRSHASANA la posizione sulla testa, considerato il re degli asana

La sequenza tradizionalmente inizia con Shirshasana, il che va bene per praticanti avanzati, mentre per tutti colloro che si sono avvicinati da poco a questa disciplina consiglierei di metterlo alla fine, insieme a Sarvangasana, Halasana e Matsyasana.

In ginocchio piegatevi in avanti posando le avambraccia a terra accogliendo con le mani i gomiti per stabilire la distanza giusta tra loro. Mantendeno i gomiti in questa posizione aprite l’avambraccia e intrecciate le dita delle mani, mignoli uniti ma non sopraposti, formando cosi un triangolo equilatero. Appoggiate la sommita del capo tra le dita intrecciate, sostenendo cosi la parte alta e posteriore del capo.

Sollevate le ginocchia e i glutei dal suolo radrizzando un poco le gambe. Fate piccoli passi avviccinando i piedi alla testa e al tronco, il tronco cosi si sposta dolcemente verso la posizione verticale. A questo punto piegate leggermente le ginocchia e trasferite delicatamente il peso del corpo dai piedi alla testa e alle braccia mantenendo un equilibrio stabile.

Ora provate di staccare i piedi lentamente da terra uno dopo l’altro verficando tra ogni fase se il vostro equilibrio è stabile. Fermatevi pure qualche istante prima del prossimo passo. Le gambe e i polpacci si sollevano gradualmente in un movimento controllato, mentre aggiustate il tronco per controbilanciare il peso delle gambe. Le gambe si sollevano ulteriormente fino a portarle in verticale e infine si spingono i polpacci in alto portando tutto il corpo su una linea diritta. E’ essenziale di attivare i muscoli dei glutei e addominali per mantenere questa linea diritta.

Chi soffre di pressione alta, problemi con la cervicale, affezioni alla testa, glaucoma, durante il periodo mestruale specie durante i primi giorni, non dovrebbe eseguire Shirshasana.

Secondo Gabriella Cella Al Chamali “ristabilsce un perfetto equilibrio  tra le energie negative e quelle positive dell’organismo. Curando praticamente ogni disturbo, stimola l’ipofisi e impedisce il decadimente organico. Migliora la digestione e l’assimilazione. E’ utilissimo per l’utero prolassato, la prostata e i reni. Previene e cura le vene varicosi, la caduta dei capelli, e gli organi interni deboli”. Oltretutto lei sconsiglia di eseguirlo contro il muro perchè poi non ci si stacca mai da esso.

Aiuta a trovare un bell’equilibrio stabile, ci mette in una posizione sotto/sopra aiutandoci e vedere le cose della nostra vita da un’altra prospettiva.

Il Cakra attivato è Ajna, il terzo occhio. La sua polarità è maschile.

Una posizione più facile da eseguire in verticale è Ardha Kapalasana la posizione parziale sul cranio, per la quale valgono però le stesse controindicazioni come sopra indicato.

Sedetevi sui talloni poggiando le mani accanto alle ginocchia. Sollevate il bacino e piegatevi in avanti poggiando il vertice del capo a terra, formando tra mani e testa un triangolo equilatero.

Sollevate il bacino e distendete le gambe divaricando un pò le ginocchia stringendo i gomiti portandoli paralleli tra loro.

Avvicinate con piccoli passi i piedi verso la testa, aprite ulteriormente le ginocchia e piegandole appoggiatele sopra le braccia, più le avvicinate alle ascelle più la schiena si radrizza. Ci dona sicurezza e fa superare la timidezza. Anche Ardha Kapalasana è una posizione con polarità maschile.

SARVANGASANA la posizione di tutto il corpo sostenuto, considerata la regina degli asana

Mettetevi in posizione supina, ben distesi per terra con tutto il corpo allineato, braccia lungo i fianchi con il palmi a terra. Sollevate le gambe diritte portandole perpendicolari al suolo (mentre chi ha problemi alla schiena o ai reni flettera le ginocchia). Premete le mani e braccia a terra e con uno slancio portate il busto e le gambe in alto formando dalle spalle ai piedi una linea diritta perpendicolare al suolo. Poi staccate le mani da terra per sostenere il torace, avvicinate i gomiti e le scapole tra di loro in modo da alleggerire la trazione delle vertebre cervicali.

Favorisce la circolazione sanguigna scaricando le gambe dal carico venoso facilitando il riflusso del sangue prevenendo le vene varicose e le emorroidi. Convoglia tutta l’energia nella gola a beneficio della tiroide e paratiroidi assicurando un buon funzionamento del metabolismo di base.

Porta benefici a tutto l’apparato respiratorio, indicato per gli asmatici, e cura affanno e palpitazioni. Indicato per prolassi degli organi interni, li tonifica e cura la stitichezza.

Con le vertebre cervicali compromesse è utile mettersi una coperta ripiegata sotto le spalle e le braccia in modo di addolcire la trazione sulle sudette vertebre.

È controindicato in caso di ernie cervicali, ipertensione arteriosa, ipertiroidismo (in questo caso va sostituito con Viparita Karani); durante i cicli mestruali specialmente i primi giorni con flusso intenso; affezioni a naso, gola, occhi, orecchie. Va lasciato immediatamente quando si sperimenta un forte calore al viso, pulsazioni alla gola e si sente disagio e un senso di soffocamento.

Ci toglie l’apatia e dona grinta superando la lentezza.Il Cakra attivato è Vishuddha, il Cakra della tiroide. La sua polarità è femminile

HALASANA la posizione dell’aratro

Sdraiati supini con le gambe ed i piedi uniti le braccia distese lungo i fianchi con i palmi delle mani a terra. Attivando i muscoli addominali, sollevate entrambe le gambe distese ed unite, portandole nella posizione verticale (con problemi di schiena o con reni deboli sollevarle con le ginocchia flesse).

Nell’inspirazione facendo pressione sulle braccia sollevate i glutei e la schiena dal pavimento, l’espirazione accompagna le gambe al di là del capo dove i piedi possibilmente toccano il suolo. Unendo le mani intrecciate le dita  in questo modo le scapole si avvicinano tra di loro proteggendo cosi le vertebre cervicali.

Stimola  e drena favorevolmente il pancreas, il fegato e la milza decongestionandoli. Stimola le ghiandole endocrine ed è molto utile per i malati di diabete. Massaggia dolcemente tutti gli organi

nell’addome. Inoltre c’è un’azione regolarizzante sulla tiroide. Se mantenuta a lungo, per almeno cinque minuti, abbassa la pressione arteriosa. Tonifica i nervi spinali migliorando l’attività del sistema nervoso simpatico, stimola il timo , migliorando il sistema immunitario.

Controindicazioni sono ernie discali e discopatie, nei periodi mestruali e in gravidanza se non si è una praticante esperienzata; per il resto valgono le stesse indicazioni come per Sarvangasanan.

Ci aiuta a superare  la timidezza e la pigrizia.

Il Cakra attivato è Manipura, il Cakra del centro/ombelico. La sua polarità è maschile.

MATSYASANA la posizione del pesce.

In posizione supina flettete le ginocchia e sollevando il bacino ponete le mani al di sotto con i palmi a terra. Riabbassate il bacino posando i glutei sopra le mani.  Inspirando, puntate i gomiti a terra per sollevare la testa e le spalle inarcando il busto spingendo ed aprendo il petto verso il cielo. Espirando portate a terra il vertice del capo (con problemi di cervicale si può mettere uno spessore sotto la testa). I gomiti sostengono l’arco del busto. Le gambe possono essere distese, incrociate o in padmasana (la posizione del loto).

Cura costipazioni, bronchiti anche croniche ed asma; previene raffreddori e infiammazioni alla gola, tonifica la regione lombo-sacrale, allevia le emorroidi infiammate e sanguinanti, tonifica i genitali e il sistema nervoso.

Controindicazioni sono ernie, discopatie e artrosi del tratto cervicale; disturbi cardiaci (con cautela), ulcera peptica, in gravidanza solo la fase parziale e molto dolcemente.

Come Matsya l’avatara pesce salvò l’arca dall’inondazione, cosi questa posizione ci porta fuori dalle onde agitate ed eccitate delle nostre emozioni.

Il Cakra attivato è Vishuddha, il Cakra della tiroide. La sua polarità e femminile.

La seconda parte arriva presto!

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Con gratitudine

Sabine