“Bhumi, che significa l'”esistente”, è la terra nel senso di mondo terrestre, è anche un sinonimo di Bhudevi, la Dea terra. Bhumiya è una divinità legata alla coltivazione delle messi: questo nome è femminile quando viene posto in relazione alla terra incolta e maschile quando si riferisce alla terra coltivata: si narra infatti che fu proprio un uomo a iniziare diversi metodi di coltivazione. Questa posizione può essere chiamata anche Bhudevi-asana o Bhumiya-asana.” Gabriella Cella in YOGA-RATNA IL GIOIELLO DELLO YOGA

“Il nome “Bhumi” deriva dalla parola sanscrita “Puhumi” – il nome originale della Dea. È conosciuta con vari nomi come Bhuvati, Bhuvaani, Bhuvaneshwari, Avni, Prithvi, Varahi, Dharti, Dhaatri, Dharani , Vasudha, Vasundhara, Vaishnavi, Kashyapi, Urvi, Ira, Mahi, Ela, Vasumati, Dhanshika, Hema e Hiranmaya. Bhudevi è raffigurata seduta su una piattaforma che poggia sul dorso di quattro elefanti, che rappresentano le quattro direzioni del mondo. Di solito è raffigurata con quattro braccia, rispettivamente con in mano una melagrana, un recipiente per l’acqua, una ciotola contenente erbe curative e un’altra ciotola contenente verdure. A volte è anche raffigurata con due mani, la mano destra tiene un loto blu noto come Kumuda o Utpala, il loto notturno, mentre la mano sinistra può essere nell’Abhayamudra, l’impavidità o il Lolahasta Mudra, che è una posa estetica destinata a imitare la coda di un cavallo. Sita, la moglie di Rama emerse dalla terra, quindi Bhumi è la sua madre spirituale. Una volta ci fu una siccità a Mithila, città natale di Sita. Janaka, il padre di Sita stava arando il terreno. Sotto il suo aratro, ha trovato una bambina (Sita). Dopo di che, pioveva e Janaka e la moglie, Sunaina, decisero di adottare la ragazza. Poiché Sita era nata dalla terra, era anche conosciuta come Bhumija.”

Cosi Bhumidevi si manifesta in tantissime forme, nomi e tempi, sempre degna di rispetto, onore e adorazione. Riguarda la nostra posizione ci interessa più che altro l’aspetto della terra incolta, vergine, contenente ancora tutto il suo potenziale, pronto a manifestarsi con stimoli adeguati.

COME SI ESEGUE:

In piedi con le gambe ben divaricate, al incirca la misura del tappetino, i piedi diritti e paralleli tra di loro. Con una profonda inspirazione sollevate le braccia dritte e sovrapponete le mani, la destra sopra il dorso della sinistra, le punte delle dita toccano il polso sinistro. Una profonda espirazione accompagna la discesa, le ginocchia si flettono e il bacino scende, portando le mani con il palmi rivolti in giù a terra, possibilmente sulla stessa linea dei piedi. Il busto dovrebbe risultare parallelo al suolo, stando ben attenti di formare una linea diritta dal coccige fino alla testa. Distribuite il peso tra mani e piedi, alleggerendo così lo sforzo per le gambe e attivate i muscoli dell’addome, inserendo un lieve uddiyana bandha. Spingendo di più l’interno dei talloni a terra (senza destabilizzare le caviglie, attivate gli adduttori salvaguardando le vostre ginocchia. Mantenete la posizione con respiri calmi e regolari per almeno 5 respiri, dopodiché dovrete invertire la posizione delle mani. Potete risalire, fare qualche respiro di riposo e scendere poi di nuovo con la mano sinistra sopra la destra. Chi si trova molto confortevole nell’asana può invertire le mani rimanendo giù.

BENEFICI:

  • Ci mette in contatto con il nostro potenziale insito, aiutandoci a svilupparlo e manifestarlo appieno.
  • Rafforza le gambe, in modo particolare i quadricipiti e di conseguenza le ginocchia, rafforzando inoltre tutte le sue articolazioni.
  • Tonifica il pavimento pelvico (specialmente se si inserisce un lieve mulabandha)
  • elasticizza l’articolazione delle anche e rafforza il bacino, la base della colonna vertebrale, con benefici per la postura.
  • Rilascia tensioni nello Psoas
  • rafforza la schiena togliendone i dolori
  • massaggia e tonifica gli organi interni dell’addome e del bacino
  • In gravidanza può essere molto utile, salvo che non ci siano contrazioni premature dell’utero. Si può persino utilizzare durante il travaglio, se la partoriente è allenata e si trova a suo agio.

CONTROINDICAZIONI:

Le donne gravide, che hanno contrazioni premature dell’utero, non devono eseguirlo

LE MYOFASCE MUSCOLARI:

  • Rafforza il Core Sutra centrale, specialmente se solleviamo gli alluci e attiviamo gli adduttori spingendo le caviglie un po’ all’interno. Lo psoas viene notevolmente tonificato insieme ai quadricipiti, con gli adduttori appartenenti al Core, mentre i centrali e gli abduttori fanno parte del Purva Sutra anteriore.
  • il Purva Sutra anteriore nel busto viene contratto, accorciato, rendendolo più tonico, mentre nelle gambe viene allungato
  • mentre il Pascima Sutra posteriore viene stirato, allungato, rilasciandone le contrazioni e tensioni
  • I Sutra delle spalle e delle braccia ricevono anche essi un notevole rafforzamento.

YOGA E AYURVEDA:

Equilibra tutti i tre Dosha, specialmente Vata e Pitta, Kapha non dovrebbe mantenerla troppo a lungo

  • Molto buono per persone con VATA Dosha prevalente, calma la mente, da stabilità, aiuta a sviluppare il nostro potenziale, ci aiuta a sentire la terra non solo sotto i piedi ma in tutto il corpo.
  • Anche persone con PITTA Dosha dominante prendono enormi benefici, calmando la loro ansia di prestazione e competizione. Aiuta a trovare il giusto posto e ancoraggio nella vita.
  • Per le persone con KAPHA Dosha predominante può essere comunque favorevole, visto che ha anche un buon fuoco. Possono ricevere più flessibilità e mobilità nelle anche, migliorando così anche la loro tendenza al flegma e alla tristezza.

Il Chakra attivato è MULADHARA, il bija mantra è LAM, veicolo dell’elemento terra, il soffio vitale APANA VAYU, il soffio discendente che porta in fuori, elimina

LA POLARITA’ E’ FEMMINILE

PER CHI HA BISOGNO DI AVERE “I PIEDI PER TERRA”, PER CHI E’ TROPPO AEREO, INTELLETTUALE, E CHI NON SENTE L’ENERGIA DEL FEMMINILE

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Con gratitudine Sabine Satyabhama