“Durga, “l’inaccessibile”, è la grande valorosa guerriera, implacabile nemica di tutte le forze maligne, personificate dai giganti asura e da numerosi demoni, fra cui Mahisa, il demone-bufalo, che viene ucciso dalla Dea; é associata a Shiva, di cui diventa sposa dopo aver praticato una lunga e spossante ascesi, e ha, come Shiva, sia un aspetto benevolo sia uno terribile. Durga rappresenta tuttavia anche il sonno profondo (yoga-nidra) di Vishnu, quando dorme disteso sul serpente cosmico tra la fine di un’era e l’inizio di un’altra età del mondo. In un antico purana (Markandeya-purana) le è dedicato un inno di 700 strofe. Viene raffigurata a cavallo di un leone o di una tigre, gli animali a lei più simili: combattivi, forti e invincibili. Le vengono offerte sacrifici animali, poiché si ritiene che lo spargimento di sangue ristori le forze della dea, esaurite nel combattere i demoni. In autunno, al tempo del raccolto, nel nord dell’India le viene dedicata una delle feste più importanti, la Durga-puja (detta anche Navaratra), durante la quale le dea viene invocata anche come protettrice della fertilità della vegetazione.” Gabriella Cella, YOGA-RATNA IL GIOIELLO DELLO YOGA

Presso la religione induista, Durgā o Durga (lett. dal sanscrito “colei che difficilmente si può avvicinare”) è una forma di Devi, ovvero della Madre Divina (che assume anche molte altre forme, tra cui Sarasvati, Parvati, Lakshmi, Kali). Questa forma della Dea è l’incarnazione dell’energia creativa femminile (Shakti). Di carattere ambivalente, ha in sé entrambi i poteri di creazione e distruzione.

Secondo il racconto del Devi Mahatmyam del Markandeya purana, la forma di Durga venne creata come dea guerriera per combattere e distruggere il demone Mahishasura. Grazie ad intense preghiere a Brahma, Mahishasura ottenne la grazia di non poter essere sconfitto da alcun uomo o essere celeste. In virtù di questo potere, attaccò i Deva che andarono in aiuto della Trimurti (Brahma, Vishnu, Shiva) ma Mahishasura sconfisse tutti gli dèi compresa la triade stessa. Scatenò un regno di terrore sulla terra, in cielo e negli inferi. Infine, dal momento che solo una donna avrebbe potuto ucciderlo, gli dèi e la triade crearono un abbagliante raggio di energia dal quale nacque Durga.

La sua forma era di una bellezza accecante, con il viso scolpito da Śiva, il busto da Indra, il seno da Chandra (la Luna), i denti da Brahma, le natiche dalla Terra, le cosce e le ginocchia da Vayu (il vento), e i suoi tre occhi da Agni (il fuoco), il corpo dorato e dieci braccia. Ogni dio le diede anche la sua arma più potente: Śiva il tridente, Viṣṇu il disco, Indra la vajra, dalla quale scaturisce la folgore, ecc.

La parola Shakti, che significa “forza”, riflette l’aspetto guerriero della Dea, incarnando un ruolo tradizionalmente maschile. Ma è anche notevolmente bella e inizialmente Mahishasur tentò di sposarla. In altre sue incarnazioni come Annapurna o Parvati appare più materna, e come Karunamayi (karuna, “gentilezza, misericordia”) è più dolce.

Esistono dieci forme differenti di questa Dea raffiguranti dieci sue imprese, tra le quali spicca la lunga guerra contro gli Asura.

Possiamo dire che raffigurando questa forma della grande Dea, siamo in grado di acquisire, attraverso il simbolo gran parte della Shakti della Dea. Gabriella ci diceva sempre: il simbolo agisce anche se non lo sappiamo, non lo conosciamo o non ci concentriamo su di esso. Ma sono sicura, se la nostra attenzione si rivolge al contenuto, la carica del simbolo, sicuramente l’effetto sarà maggiore. Oltretutto è anche vero, dove va l’attenzione va il Prana…

COME SI ESEGUE:

Partiamo in piedi, le gambe aperte come la misura delle spalle. Scaricate il peso del corpo sul piede destro ancorando e radicandolo bene, percependo i quattro punti d’appoggio. Inspirando si sollevano le braccia lateralmente con le mani che si stringono a pugni e contemporaneamente sale la coscia sinistra con la gamba perpendicolare. Espirando si poggiano i pugni sul petto uno sopra l’altro. Il ginocchio sinistro si appoggia nell’ incavo del destro mentre il ginocchio destro si flette un po’ offrendo così un maggiore appiglio, il piede sinistro si apre verso destra. State ben attenti che il busto rimane diritto, ben allineato, il petto e le spalle aperte, i muscoli dell’addome attivi per sostenere la zona lombare. Lo sguardo fiero in avanti. Esprimete tutta la fierezza e forza di questa grande dea, più che potete… Mantenete la forma con respiri calmi e regolari da 5 a 15 o anche più respiri, fino a che vi sentite a vostro agio e riuscite a mantenere l’equilibrio.

Naturalmente la posizione va ripetuta con le stesse modalità e i stessi tempi sull’altro lato.

BENEFICI:

  • rafforza tutto il corpo e la mente
  • elasticizza le articolazioni delle gambe e delle braccia
  • aumenta l’equilibrio psicofisico
  • non ci sono controindicazioni

LE MYOFASCIE MUSCOLARI:

  • rafforza i Parsva Sutra laterali per aumentare il senso e la capacità di tenere l’equilibrio. I Parsva Sutra forniscono ambedue, l’azione stabilizzante che forniscono i peroneali, e l’abduzione delle cosce e del bacino, in modo tale per mantenere e rendere possibile l’apertura del cingolo pelvico, essenziale per il movimento.
  • tonifica il Core Sutra centrale. Più di ogni altro Sutra il tono del Core Sutra riflette – e influisce – l’emozioni e l’umore. Sta al centro di quello che noi descriviamo l’energia di una persona.
  • equilibra il Purva- anteriore e Pascima Sutra posteriore. Il Pascima Sutra generalmente viene rafforzato in archi indietro, che nella gioventù è più forte, perciò spesso i giovani sono più elastici e facilitati nei piegamenti indietro. Mentre viene stirato e rilassato nei piegamenti in avanti. Il rilassamento di tensioni e contrazioni nel Pascima Sutra dipendono dalla forza del Purva Sutra anteriore. Nota la distinzione in due parti tra Pascima e Purva Sutra: dalle dita dei piedi alle ginacchia nel Pascima Sutra, dove il Sutra flette il ginocchio; dalle dita dei piedi alla pelvi nel Purva Sutra dove questo Sutra flette l’anca.
  • anche lo Spiral Sutra riceve rafforzamento. Il Parivritta Sutra (Spiral Sutra) circonda in un ampia doppia elica. Ha due “lati”. Per imparare l’esatto percorso di questi Sutra vi consiglio di leggere i libri di Doug Keller “The therapeutic wisdom of Yoga”. La funzione di questi Sutra è di governare le rotazioni del corpo, perché mantiene l’equilibrio lungo ogni “piano” del corpo.
  • come anche i Sutra delle spalle e delle braccia

YOGA E AYURVEDA:

  • aumenta leggermente Pitta Dosha, l’elemento fuoco
  • abbassa Kapha e Vata Dosha
  • VATA Dosha, dona a queste persone leggerezza e le insegna di mettere l’attenzione di rimanere ben ancorati al suolo imparando a mantenere l’equilibrio. La chiusura della base spinge l’energia in alto verso i centri energetici superiori, nutrendoli col energia della terra
  • PITTA Dosha, visto ch’è una postura d’equilibrio ha anche un buon apporto dell’energia della terra, quindi non c’è pericolo che aumenti il fuoco a dismisura. La concentrazione di mantenere l’equilibrio li distoglie da voglia di prestazioni o competizioni fuori luogo.
  • KAPHA Dosha prende grande benefici dalla posizione, sarà forse una sfida per le loro articolazioni, ma col tempo si troveranno a loro agio, e attraverso il simbolo possono acquisire grande fiducia in se stessi e autostima.

LA POLARITA’ DELLA POSIZIONE E SENZ’ALTRO FEMMINILE

PORTA GRANDI BENEFICI ALLE PERSONE DEPRESSE, PAUROSE, SENZA FIDUCIA IN SE STESSE

Vi auguro una buona pratica. Mi farebbe molto piacere se mi comunicate la vostra esperienza e impressioni.

Con gratitudine Sabine / Satyabhama