INTRODUZIONE AL SISTEMA DELLE MIOFASCE MUSCOLARI

Quando ho conosciuto anni fa il sistema delle miofasce muscolari durante una formazione insegnanti yoga che tenne Virginia, una mia amica, sono rimasta subito attratta e coinvolta, specialmente per la semplicità con la quale si poteva integrare nella mia pratica personale e verificare il funzionamento, e nel mio insegnamento, durante le mie lezioni. Con piccoli e semplici accorgimenti potevo rendere le posture sicure e anche di più facile esecuzione. Fortunatamente non sono mai successe lesioni o incidenti durante le mie classi, ma ho avuto, e ho tuttora studenti che necessitano una conoscenza profonda del corpo, e la comprensione dell’insegnante come rendere alcune posture accessibile per loro, talvolta per causa di lesioni subite, o rigidità del proprio corpo. Decisi subito di partecipare a dei ritiri del maestro, Doug Keller, che applicò per primo questa conoscenza delle miofasce (oltretutto in continua evoluzione) alla pratica dello Yoga. Ho seguito per vari anni i suoi seminari in presenza e anche online (dovuto alla crisi del Covid), e devo ammettere che ogni volta che attendo i suoi seminari capisco che finisco mai a imparare, dovuta alla vastità della conoscenza e del terreno possibile di applicazione. Lascio la parola al mio maestro, che riesce molto meglio di me spiegare i principi e nozioni del sistema…:

Il principio di base del nostro approccio è che i problemi terapeutici strutturali iniziano con uno squilibrio nella trazione o nel sostegno dei muscoli attorno all’architettura del corpo, attraverso la rottura non solo dell’allineamento strutturale, ma anche dell’intelligenza cinestesica o somatica. Per il ritorno occorre comprenderne la struttura – che somiglia più a un intreccio di fili in movimento che a un edificio statico – e saper riconoscere il “tiro” del tessuto con cui ha iniziato a dipanarsi.

Una mappa o modello utile per comprendere questa struttura è quella proposta da Tom Myers nel suo lavoro Anatomy Trains. La sua ricetta per la reintegrazione si basa su una mappa di “linee” di “continuità miofasciale” specifiche e chiaramente identificabili che ci aiutano a comprendere e risolvere problemi terapeutici su base strutturale. Egli illustra i suoi punti tracciando chiare relazioni tra queste linee di continuità miofasciale e il tipo di “linee” energetiche lungo le quali funziona lo yoga. Il suo approccio si basa sulla piena comprensione dell’interconnessione dell’intero corpo attraverso la fascia. ‘La fascia è un tessuto connettivo composto da fibre di collagene. La parola “fascia” viene solitamente applicata semplicemente ai “fogli” di tessuto connettivo che circondano i singoli muscoli, ma possiamo pensare all’influenza della fascia in modo più globale in termini di una rete fasciale. Non solo avvolge il muscolo, ma è anche invischiato nelle fibre muscolari, tanto che il tessuto muscolare (mio-) è completamente compenetrato da questa rete di tessuto connettivo (fascia). Il termine ‘miofascia’ è stato coniato per comunicare questo rapporto inscindibile, suggerendo che è più appropriato considerarle come se formassero un’unica entità piuttosto che due. Man mano che questa idea di “miofascia” è stata accettata, c’è stato anche un crescente apprezzamento di come le miofasce comunicano attraverso linee estese all’interno del corpo. Tom Myers chiama queste linee ‘meridiani’ o ‘linee miofasciali’. La parola che scelgo di utilizzare invece, è la parola sanscrita ‘Sutra’. Sutra è la parola per “filo” – letteralmente i fili nella trama di un tessuto – ma più spesso viene usata come parola per un conciso aforisma nelle scritture yogiche. La sua brevità è un invito a contemplarne il significato, che così spesso è legato ad altri approfondimenti. Il mio scopo nell’usare questa parola è innanzitutto quello di indicare che la mappa come la presento è una semplificazione progettata per essere di uso pratico per i praticanti di yoga (e ci sono luoghi in cui diparto dalla presentazione delle sue linee da parte di Mr. Myers, principalmente per amore di semplicità, e in secondo luogo per lasciare la porta aperta a suggerire un livello di significato più distintamente yogico – un’allusione ai livelli più profondi del flusso del prana, che sono la base della medicina ayurvedica, sistema dei marma e del rapporto tra materia e spirito.

IL CORE-SUTRA O MADHYA SUTRA CENTRALE

La maggior parte dei muscoli inclusi nei Sutra sono “superficiali” o in altre parole sono vicini alla superficie esterna del corpo e fanno parte di quello che comunemente chiamiamo “corpo esterno”. Il regno del “corpo interiore” fornisce il nostro nucleo posturale e fornisce supporto tramite il sistema “Core” degli addominali trasversali, multifidi, del pavimento pelvico e del diaframma. Mentre questi muscoli risiedono nel torso stesso, c’è anche un Sutra miofasciale che attraversa questo nucleo, letteralmente dalla testa ai piedi.

Per i nostri scopi, questo Sutra ha principalmente a che fare con la forza e la salute degli archi interni dei piedi, dell’interno delle cosce (adduttori), dello psoas e di tutte le questioni ad esso correlate, dell’apertura del torace e dell’allineamento dei muscoli il collo e la testa al livello più profondo. Il Sutra inizia in profondità nella parte inferiore del piede, prosegue appena dietro le ossa della parte inferiore della gamba e dietro il ginocchio fino all’interno della coscia. Da qui, il percorso del Madhya Sutra diventa più complesso: il percorso principale del Sutra passa davanti all’articolazione dell’anca, al bacino e alla colonna lombare e coinvolge in particolare il muscolo ileopsoas. Allo stesso tempo, un percorso alternativo risale lungo la parte posteriore della coscia fino al pavimento pelvico, ramificandosi “all’indietro” e ricongiungendosi al percorso principale in corrispondenza della colonna lombare. Questa “ramificazione” del Sutra Centrale è in realtà abbastanza legata ai principi e alle azioni dell’hatha yoga, e figura in primo piano nelle discussioni riguardanti le azioni delle gambe, dell’osso del coccige e del pavimento pelvico – in particolare tra i sistemi di yoga basati sull’allineamento che enfatizzano la corretta rotazione o “spirali” delle gambe come chiave per la salute dell’osso sacro, della parte bassa della schiena e delle anche.

Il Madhya Sutra nell’area pelvica ha una relazione particolarmente intima con la corretta “apertura” dell’articolazione dell’anca, nonché con i ritmi ondulatori del respiro necessari per modelli di respirazione sani. Quando il Madhya Sutra entra nel tronco, permea la parte superiore del corpo attraverso il torace lungo diversi percorsi attraverso gli organi del torace, terminando alla base della testa. In particolare per il collo, il Sutra fornisce l’importantissima contrapposizione alla trazione dei muscoli del collo sia nel Sutra del corpo anteriore che in quello posteriore; i muscoli del collo forti e più superficiali che fanno parte di questi sutra tendono a portare il collo in iperestensione. Il Core Sutra fornisce l’azione di allungamento che supera questa iperestensione e bilancia correttamente la testa sulla parte superiore della colonna vertebrale. Più che ogni altro Sutra il tono del Core Sutra riflette – e influenza – il nostro stato di essere e le emozioni. E’ il cuore di ciò che noi definiamo o descriviamo l’energia di una persona. Quando il Sutra è stretto, corto o collassato lungo il suo percorso, il nostro proprio stato d’essere sembra collassato e depresso. Esiste in realtà una connessione emozionale: al centro del sutra si trova lo psoas, il quale viene delle volte definito il secondo cervello, o il muscolo dell’anima. Lo psoas reagisce a traumi, sia fisici che emozionali, e li conserva queste impressioni profondamente traumatici, fisici e o emozionali, all’interno dei suoi tessuti, rimanendo spesso contratto cronicamente come risposta a stress prolungato. Ciò crea un impatto profondo, più di qualsiasi influenza biomechanica di una errata postura, avendo un impatto profondo sul respiro, e attraverso esso alla neuro chimica di pensieri e emozioni.

Nel complesso, il Madhya Sutra descrive il “filo” o canale centrale alla radice del nostro essere fisico – una sorta di “sushumna” miofasciale – che corre dalla pianta dei piedi alla sommità della testa, governando il corpo fisico da un punto all’altro, da un luogo decisamente non fisico all’interno. Così, rispetto agli altri sutra, il Madhya Sutra non descrive tanto una “linea di trazione” quanto uno spazio tridimensionale. Sebbene coinvolga chiaramente i “muscoli” fisici, si comporta più come un campo energetico.

Ho tradotto il testo liberamente, con qualche abbreviamento dal libro di Doug Keller, il mio maestro di Yoga terapeutico, “The Therapeutic Wisdom of Yoga”. Naturalmente è soltanto una piccola introduzione alla mole di conoscenza riguarda questo settore. Per approfondire dovete sicuramente leggere i suoi libri “THE THERAPEUTIC WISDOM OF YOGA” reperibili sul suo sito DoYoga, purtroppo ci sono soltanto in inglese.

Testo dal libro di Doug Keller “The Therapeutic Wisdom of Yoga”, pagina 129 e 130