“Jarasandha è il nome di un potente guerriero, che combatté con il feroce Bhima e di cui si raccontano le gesta nel più grande poema epico indiano, il Mahabharata. Un altro mito narra che lo scivaismo nacque nel Nord dell’India, in Kashmir, proprio dove finì la potente arma scagliata da Jarasandha. Anche questa postura, come quella di Bhima e Duryodhana, viene dall’arte marziale del Kerala, il kalaryppayyat, a cui ci si prepara con esercizi, provenienti dall’Ayurveda, che servono per rafforzare i piedi e le gambe e controllare la centralità del corpo.” Gabriella Cella YOGA-RATNA IL GIOIELLO DELLO YOGA

Il padre di Jarasandha, re Brihadratha, era sposato con le figlie gemelle del re di Kashi. Brihadratha amava entrambe le sue mogli allo stesso modo, ma non aveva figli. Una volta il saggio Chandakaushika visitò il suo regno e diede il frutto al re come dono. Il re divise equamente il frutto e lo diede a entrambe le sue mogli. Presto entrambe le mogli rimasero incinte e diedero alla luce due metà di un corpo umano. Queste due metà senza vita erano davvero orribili da vedere. Quindi, Brihadratha ordinò che questi fossero gettati nella foresta. Una demonessa di nome Jara aveva trovato i due pezzi e li aveva tenuti ciascuno nei suoi due palmi. Per inciso, quando ha unito entrambi i palmi, i due pezzi si sono uniti dando origine a un bambino vivo. Il bambino ha pianto forte, il che ha creato il panico in Jara. Non avendo cuore di mangiare un bambino vivo, la signora lo diede al re e gli spiegò tutto quello che era successo. Il padre era felicissimo di vederlo.

Jarasandha crebbe. Kamsa, il sovrano di Mathura, attirò l’attenzione di Jarasandha. Impressionato dal suo coraggio, Jarasandha fece di Kamsa suo genero sposando le sue due figlie. Questo rende Jarasandha un parente del Signore Krishna. Lord Krishna ha ucciso Kamsa come annunciato da una profezia divina. Jarasandha si infuriò quando le sue figlie rimasero vedove. Successivamente, Jarasandha fece voto di uccidere Krishna. Jarasandha attaccò Mathura con un esercito di 23 Akshohinis (battaglioni). Ma Krishna e Balarama distrussero facilmente l’intero esercito, ad eccezione di Jarasandha e dei suoi alleati. Un Jarasandha umiliato attaccò Mathura 17 volte ma fu ripetutamente sconfitto.

Fu anche un grande ostacolo davanti all’imperatore Yudhishthira dei Pandava quando quest’ultimo decise di eseguire il Rajasuya yajna. Poiché Jarasandha era un potente guerriero, era estremamente necessario per i Pandava eliminarlo. Lord Krishna, Bhima e Arjuna travestiti da brahmini si recarono a Magadha e incontrarono Jarasandha. Lord Krishna quindi sfidò Jarasandha a duello e gli diede la libertà di scegliere qualsiasi belligerante. Jarasandha scelse Bhima per un duello. Sia Bhima che Jarasandha erano abili lottatori. Il duello continuò per diversi giorni e nessuno dei due era disposto a rinunciare, ma Bhima non è stato in grado di uccidere Jarasandha. Bhima guardò Krishna come guida, Krishna prese un ramoscello e lo sezionò in due metà, e gettò le parti in direzioni opposte. Bhima obbedì alle sue istruzioni e sezionò il corpo di Jarasandha. Ha lanciato le parti sezionate in direzioni opposte. Jarasandha è stato ucciso perché le due metà del corpo non potevano unirsi.

Questa storia ci indica con precisione che è meglio di NON mettersi contro il volere divino, di sprecare energia inutilmente, ma accettarlo e accoglierlo con gioia, così tutto andrà per il meglio (come fece il figlio di Jarasandha, Sahadeva dopo la morte del padre).

COME SI ESEGUE:

In piedi, durante l’inspirazione le braccia si sollevano in avanti e con una profonda espirazione il busto si flette in avanti e la gamba destra sale contemporaneamente indietro distesa. Durante l’inspirazione tutto il corpo si tende, portandolo e mantenendolo parallelo al suolo. Anche i muscolo dell’addome si attivano, difendendo e proteggendo la zona lombare. La prossima espirazione piega il ginocchio destro, la coscia si mantiene parallelo al suolo e la gamba perpendicolare alla terra, dal ginocchio fino al piede. Contemporaneamente il gomito si piega con vigore per portare la mano al petto con il palmo rivolto in avanti; anche la mano sinistra si tende, formando con il braccio un angolo retto. Si ripete la posizione con le stesse modalità e tempi sull’altro lato. Mantenete la posizione inizialmente per 5 respiri calmi e regolari, che col tempo possono aumentare fino a 15 o più respiri, se vi sentite a vostro agio.

BENEFICI:

  • Aumenta l’equilibrio psicofisico
  • rafforza le gambe e le braccia assieme alle loro articolazioni
  • tonifica i muscoli della schiena
  • tonifica il cuore e i polmoni
  • elasticizza e fortifica le spalle

LE MYOFASCIE MUSCOLARI:

  • Rafforza notevolmente i Parsva Sutra laterali. I Parsva Sutra includono i muscoli peroneali, (che nella pianta del piede connette il mediale/interno col laterale/esterno del arco piantale, influenzando la pronazione e supinazione e in sintesi la abilità di equilibrarsi su un piede. I peroneali scorrono lungo l’angolo esterno della gamba, stabilizzando la caviglia esterna e il ginocchio. Il Sutra continua attraverso la banda IT e gli abduttori della coscia esterna inoltre anche i glutei – gluteus maximus e medius, come anche attraverso il tenso fascia lata. Continua attraverso gli addominali laterali/obliqui, i muscoli intercostali delle costole, finendo nei lati del collo – i sternocleidomastoidi e splenio capito.
  • Naturalmente il Core Sutra centrale è come sempre maggiormente coinvolto. Soprattutto, il Core Sutra descrive il “filo” centrale, o canale alla radice della nostra fisicità – una sorta di Sushumna myofasciale – che scorre dalla piante dei nostri piedi fino alla sommità della nostra testa, governando il corpo fisico da un posto decisamente “non fisico” all’interno.
  • ed equilibra il Purva e Pascima Sutra rispettivamente anteriore e posteriore. Il Purva Sutra inizia sulle punta delle dita dei piedi. Alle dita il Purva e Pascima Sutra si oppongono uno all’altro, e ambedue i Sutras dovrebbero essere ugualmente attivi in modo bilanciato. Il Pascima Sutra è responsabile di flettere, spingere e arricciare le dita, mentre il Purva Sutra ha il compito di sollevarle ed estenderle. Sarà comprensibile che specialmente in posizioni d’equilibrio la posizione e la forza dei piedi è di importanza inestimabile, che si estende poi lunga tutta la fascia fino alla testa.

YOGA E AYURVEDA:

Ha un’effetto equilibrante su tutti i tre Dosha, abbassandone un sovrappiù di energia in tutte.

  • VATA Dosha posizioni di equilibrio donano al corpo leggerezza, specialmente in primavera, quando dominano gli elementi terra e acqua, possono anche tipi VATA approfittare di queste posizioni. Inoltre viene rafforzato in questa posizione tutto il corpo, e la persona VATA può sviluppare nuova forza, volontà e determinazione.
  • PITTA Dosha, non sarà proprio una grande sfida per loro, cmq dona autostima, che forse è utile ai tipi PITTA, visto che si devono spesso sentire confermati… Se la posizione risulta troppo facile possono provare a eseguirla ad occhi chiusi.
  • KAPHA Dosha dovrebbero concentrarsi di aprire bene il petto per ridurre ancora di più l’inerzia e pesantezza. Riduce gli adiposi sui fianchi e le cosce, che gli piacerà. La loro grande stabilità renderà la posizione facilmente accessibile. Non dimenticare che dona l’autostima

Il Chakra attivato è Anahata del cuore

LA POLARITA’ DELLA POSIZIONE E’ MASCHILE

E’ UTILE IN MODO PARTICOLARE PER PERSONE EMOTIVE, TIMIDE E SENZA AUTOSTIMA (JARASANDHA NE AVEVA DA VENDERE, ANZI PECCAVA DI ESSERE EGOCENTRICO E SUPERBO ALL’ECCESSO)

Con gratitudine Sabine / Satya