“Ganeshani è la signora degli elefanti, chiamata anche Vinayika. Lei è la shakti di Ganesha-Ganapati, e unisce la forza che caratterizza l’elefante alla sinuosità del femminile. La sua proboscide assorbe l’acqua dai fiumi e la spruzza verso il cielo, perché ricada sulla superficie terrestre e faccia germogliare i semi della terra. Nell’ambito della mitologia hindù compare anche una bianca elefantessa con quattro zanne, Airavati o Airavani; nata, assieme ad altre sette compagne, dalla metà sinistra di un guscio d’uovo sul quale Brahma intonò sette canti, Airavati – come il suo compagno Airavata, sul quale siede Indra – con la sua proboscide pesca l’acqua dall’oceano e la porta in cielo per creare le nuvole dalle quali poi Indra invia la pioggia sulla terra.” Gabriella Cella, YOGA-RATNA IL GIOIELLO DELLO YOGA

Vināyakī è una dea indù dalla testa di elefante. La sua storia e iconografia non sono chiaramente definite. Di lei si parla poco nelle scritture indù ed esistono pochissime immagini di questa divinità. Vinayaki è menzionato come consorte di Lord Ganesha. Si dice che quando Siddhi o Riddhi è visto come l’energia divina di Ganesha, prende la forma di Vinayaki. Non ha un nome coerente ed è conosciuta con vari nomi: Vainayaki, Gajanani (“faccia di elefante”), Vighneshvari (“Signora degli ostacoli”) e Ganeshani. Queste identificazioni l’hanno portata ad essere assunta come la shakti di Ganesha.

Dea Ganeshani

Mi inchino all’Amata Dea Elefante, danzante!
Lei è la Grande Madre Compassionevole,
ferocemente proteggendo e difendendo
tutto ciò che è amato dalla vita.


Lei è la Grande Madre Elefante
che incarna gli insegnamenti della saggezza
con la sua famiglia a quattro zampe per il
Sacro Cerchio della Sorellanza.

Ciò è iscritto
su ogni perla della sua collana di perle di preghiera
infilati insieme con amore, devozione e fiducia.
Ogni perla simbolo della bellezza
che nasce dalla grinta della vita.

Con la sua ascia santa
Taglia il sottobosco
dei tuoi pensieri, sradicando schemi in crescita
per liberare il percorso verso la tua mente radiosa.

Balla nel profondo per scoprire
il tesoro della saggezza e della compassione
che illuminano il tuo cuore pulsante.

Lei è è il loto, la Divina trasportatrice
è la fioritura del vostro viaggio
attraverso l’oscurità nella luce.

Saluto la nostra amata Dea dalla testa di elefante che danza!

©Kamini Gupta

Per quanto si sa poco, ma sappiamo che praticando la sua forma, possiamo incarnare, assorbire le sue virtù, descritto nell’inno a lei dedicato.

COME SI ESEGUE:

In posizione eretta con i piedi divaricati la misura delle anche, fate un passo in avanti con il piede sinistro, ambedue le creste iliache guardano in avanti. Ora si pone la mano sinistra sulla coscia davanti, la mano destra sul dorso della mano sinistra. Una profonda inspirazione solleva le due braccia, che mimano la proboscide, in alto al di là del capo. Lo sguardo è rivolto in alto verso le mani, cervicale permettendo, sennò la testa rimane sulla linea delle braccia. Il busto si inarca dolcemente all’indietro. Rimanete in questa prima fase per 3 respiri. Inspirando la testa ritorna tra le braccia e una profonda espirazione flette il busto in avanti, mantenendo il bacino in linea e portando possibilmente le mani ad appoggiarsi a terra, davanti al piede, il viso si nasconde tra le braccia. Chi non riesce a portare le mani a terra, le appoggerà sul dorso del piede o sullo stinco, a secondo le proprie possibilità. I piedi premuti nel tappetino come se si volesse allontanarli tra di loro aumenta la stabilità della posizione.

Mantenere da 5 a 15 o più respiri calmi e regolari, al ritorno si eseguono gli stessi passaggi. Poi ripetere la posizione sul altro lato con le stesse modalità e stessi tempi.

BENEFICI:

  • Rende e mantiene flessibile tutto il corpo
  • massaggia e tonifica gli organi all’interno del bacino e dell’addome
  • rafforza il senso d’equilibrio e la memoria
  • stira il meridiano dei reni, mantenendoli sani
  • elasticizza le spalle

LE MYOFASCIE MUSCOLARI:

Ha un effetto tonificante su tutte le myofasce muscolari.

  • Attraverso l’azione tonificante e anche rilassante dello psoas ha un effetto molto positivo sul Core Sutro centrale. Possiamo aumentare questo effetto per così dire “naturale” attivando anche i muscoli adduttori delle cosce, il respiro si trasforma in un respiro toracico e possiamo lasciare tensioni nella fase alta di questo Sutra, fino all’osso ioide.
  • stira il Pascima Sutra posteriore. L’essenza della nostra idea del Sutra myofasciale è connessione e continuità. Questo vuol dire che i muscoli non sono entità separati, distinti; essi comunicano le loro azioni e sperienze attraverso una rete di tessuti fasciali, che li collega ad ambedue, allo scheletro e tra di loro.
  • rilascia tensioni nel Purva Sutra anteriore. La funzione del Purva Sutra è di creare flessione (piegamenti in avanti) del busto e delle anche, estensioni (raddrizzamenti) alle ginocchia e dorsiflessione ai piedi. Inoltre esegue azioni complessi nella zona della nuca.
  • Rafforza e tonifica i Parsva Sutras laterali. Dal ginocchio esterno, il Parsva Sutra diventa essenzialmente il band IT (o tratto ilio tibiale). Questo è una grossa e forte fascia di tessuti che si può sentire dall’angolo esterno della coscia fino in alto al bacino (il grande troncantere) e si allarga abbastanza per tenerlo saldamente nell’articolazione dell’anca. Questa fascia ha la funzione importante di stabilizzare il bacino, mantenendo l’osso della coscia fermamente nell’articolazione, specialmente se spostiamo il peso soltanto su una gamba.
  • Anche i Sutra delle braccia e delle spalle prendono benefici.

YOGA E AYURVEDA:

Si può dire ch’è una posizione di ACQUA e fuoco, con l’elemento acqua dominante.

  • Per persone di VATA Dosha è una posizione senz’altro favorevole, donando flessibilità e forza. I VATA super flessibili possono anche allungare, distanziare le gambe ulteriormente, così sentono meglio lo stiramento del meridiano del rene.
  • Tipi PITTA Dosha possono farla anche loro, magari stando ben attenti di non prolungare in modo eccessivo il mantenimento. Per non strafare devono stare attenti a un respiro profondo e regolare, in caso che gli manca il respiro allentare la chiusura, e quindi salire un poco col busto.
  • Anche persone con KAPHA Dosha hanno la possibilità di eseguirla, magari concentrandosi di più sulla chiusura, piegandosi lungo la gamba, magari aiutandosi con dei blocchi, in quel caso possono anche flettere leggermente le ginocchia e così alleggerire l’effetto sull’elemento acqua.

LA POLARITA’ DELLA POSIZIONE E’ FEMMINILE

QUESTA POSIZIONE E’ ADATTA A PERSONE CHE NON SANNO DONARE CON FACILITA’, SIA COSE MATERIALI, MA ANCHE QUALCOSA DI PROFONDAMENTE PERSONALE, APRIRSI AGLI ALTRI IN UNA RELAZIONE PROFONDA

Questa posizione è adatta a persone che non sanno donare con facilità, sia cose materiali, ma anche se stessi, aprirsi agli altri in una relazione/scambio profondo

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Con gratitudine

Sabine / Satya