Aditi significa, vasta estesa, libera, a, “non”, diti, “limitata”. E’ il nome della grande madre di tutti gli dei, l’elargitrice di fertilità. Divinità dai molti attributi. Aditi ricorre in numerosi poetici passi del Rg-Veda, dove viene descritta come colei che tutto pervade: “Aditi è il cielo, Aditi è l’etere, Aditi è la madre, il padre, il figlio. Aditi è tutti gli dei… Aditi è tutto ciò che è stato e che ancora sarà” (Rg-Veda I. 89. 10). In quanto madre di tutti gli dei (cfr. p. es. anche Rg-Veda II. 28. 4), Aditi è colei che benedice la vita e la natura e “il dono di Aditi” consiste nel cacciare lontano il male: “è un dono che “ispirando terrore, ci salva dalla morte violenta” (Rg-Veda I. 185. 3). Paradossalmente si dice inoltre che: “Da Aditi nacque Daksha, e da Daksha nacque Aditi” (Rig-Veda X. 72. 4) a indicare il mistero dell’unità cosmica, come veniva concepito dagli antichi cantori vedici (Daksha è uno dei figli di Brahma, il creatore). La dea viene indicata anche come madre degli Aditya, personificazioni di vari aspetti della natura, il cui numero, nel Rig-Veda, varia da cinque a otto; in testi posteriori , essi raggiungeranno il numero di dodici, così da venire identificati, in epoca piuttosto tarda, con i segni zodiacali. I vari Aditya sono chiamati con molti nomi diversi, ma rappresentano sostanzialmente emanazioni della luce, e secondo una leggenda, si manifesteranno, allo svanire del mondo, come dodici soli.” Gabriella Cella, Yoga-Ratna il Gioiello dello Yoga

La sua figura è quella della Madre di tutte le forme esistenti, degli dèi e degli esseri viventi, oltre ad aver generato un gruppo di divinità collegate alla luce denominate Aditya. Nel induismo è Aditi (“illimitato”, “libero da limitazioni” o “infinito”) una dea dal volta celeste, consapevolezza, essendo passato, il futuro e fertilità. È una dea madre, è la personificazione della terra. Il suo seno è l’ombelico della terra.

È un’antica dea, madre di Agni e il Adityaè (di Kasyapa). È anche vista come la madre di Vishnu. Lei è nel Veda considerata anche la moglie di Brahma, insieme a lui ha ottenuto Daksha. Nel Rig Veda (10.72) Aditi non è solo la madre, ma anche la figlia di Daksha.

È spesso associata all’immortale mucca e incarna luce e armonia infinite. Può curare malattie e liberare i credenti dai loro peccati, ha a che fare con l’uomo come essere universale e divino. Sua sorella Diti è in realtà imparentata con l’individuo e separata nell’uomo.

Una bellissima posizione, che ha in serbo tanti benefici fisici, ma (io direi soprattutto) anche psicologici e spirituali. Specialmente noi donne, che purtroppo siamo spesso tagliate fuori dal sentire il nostro VERO FEMMINILE, seguendo talvolta dei stereotipi che non ci appartengono, aumentando così soltanto la sofferenza causata dal fatto che non riusciamo a vivere ed esprimere il nostro individuale e autentico femminile, in modo genuino e libero.

COME SI ESEGUE:

  1. Seduti per terra, con le ginocchia piegate e le piante dei piedi uniti. Afferrate le caviglie, creando tra talloni e bacino, uno spazio di forma quadrata. Inspirare allungatevi al cielo, ed espirando flettete il busto in avanti, piegando i gomiti, che toccano insieme ai avambracci la terra al di là delle gambe. Le mani, con le dita intrecciate, vanno sotto alle punte dei piedi, mentre la fronte poggia sui talloni.
  2. Nella fase parziale, adatta ai principianti e non solo (chi ha grosse difficoltà con i piegamenti in avanti si fermerà lì), si esegue mantenendo le mani sulle caviglie, espirando poi piegate il busto in avanti, poggiando i avambracci sui stinchi, spingendo il mento un poco il alto per togliere una eventuale ipercifosi dorsale. In questa variante predomina l’elemento terra.
  3. Una variante più impegnativa si esegue in equilibrio sul bacino, con le gambe sollevate e i piedi – con le piante unite – davanti al viso. Con la prossima espirazione flettete i gomiti, attivate i muscoli delle braccia per portare i talloni, o gli alluci sulla fronte. In questa variante l’elemento predominante diviene l’aria, che attiva il fuoco del centro.
  4. Esiste anche una variante eseguita sul dorso: col corpo al suolo, la schiena aderisce bene alla terra, mentre le mani, intrecciate sotto le punte dei piedi, portano gli alluci a toccare la fronte. In questa variante, l’elemento fuoco predominante si unisce all’aria, che lo mantiene vivo.

Queste ultime due varianti sono molto impegnative, non le consiglierei a chi non ha un corpo ben sciolto, a chi non ha fatto un adeguato riscaldamento del corpo prima di eseguirle.

BENEFICI:

  • Massaggia e tonifica l’apparato genitale mantenendolo sano;
  • aumenta la potenzialità sessuale
  • elimina il mal di testa,
  • il mal di stomaco
  • e i dolori mestruali
  • tonifica i muscoli dorsali
  • elasticizza l’articolazione delle anche
  • da sollievo ai dischi intervertebrali distendendo la schiena
  • nelle ultime due varianti rafforza notevolmente le braccia

CONTROINDICAZIONI:

Nel periodo mestruale può aumentare il flusso.

LE MYOFASCE MUSCOLARE:

  • Il Core Sutra centrale riceve benefici specialmente se riusciamo ad aprire le piante dei piedi e i alluci come un libro
  • Il Pascima Sutra posteriore viene stirato notevolmente, nella fase completa, nella fase parziale leggermente
  • Il Purva Sutra viene contratto e rilasciato eventuali tensioni
  • Nelle ultime due varianti ricevono un notevole rafforzamento le fasce delle spalle e delle braccia

YOGA E AYURVEDA:

La posizione di base ha una predominanza dell’elemento ACQUA

Persone con VATA Dosha dominante possono fare questa posizione tranquillamente, anche tenerla a lungo. Forse alcuni di loro nella variante parziale, per salvaguardare le loro articolazioni con tendenza alla debolezza

Persone con PITTA Dosha dominante possono anche loro eseguire la posizione con tranquillità, gli piacerà di affrontare la sfida che ha in serbo. Mentre la 4. variante in terra sconsiglierei nel loro caso

Invece persone con KAPHA Dosha dominante, se hanno una costituzione fisica abbastanza elastica possono persino tentare di eseguire le ultime due varianti. Ciò comporterebbe una bella sfida per loro, gli stimolerebbe di uscire dalla loro zona di comfort, aumentare l’equilibrio interiore e la forza.

E’ UNA POSIZIONE CON POLARTA’ FEMMINILE

E’ ADATTO IN PARTICOLAR MODO A CHI NON HA UN BUON RAPPORTO CON LA PROPRIA PARTE FEMMINILE. SI ADDICE SOPRATTUTTO ALLE DONNE CHE NON RIESCONO A VIVERE APPIENO LA LORO FEMMINILITA’ , O CHE SONO COSTRETTE AD AVERE, NELLA VITA QUOTIDIANA, UN RUOLO TROPPO MASCHILE

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Con gioia e gratitudine Sabine / Satyabhama