Parjanya è il vedico signore della pioggia, che si muove nel cielo sopra un carro carico di otri d’acqua, che sparge, di tanto in tanto, sulla terra. Nel Rig-Veda lo si trova strettamente associato ai tuoni e ai lampi, che solitamente ne annunciano la presenza; è la divinità della pioggia fruttifera: è “il dio che fa crescere le piante e le acque, colui che governa il mondo intero” (Rig-veda VII.101.2); “è colui che forma il germe della vita nelle vacche, nelle cavalle, nelle piante e nelle donne” (Rig-Veda VII.102.2). Viene talora raffigurato come un toro, e pertanto paragonato a Indra, il signore dei cieli, a cui si sostituì come divinità pluviale. A lui gli indiani offrono particolari oblazioni durante la costruzione di una casa. Gabriella Cella, YOGA-RATNA IL GIOIELLO DELLO YOGA


Divinità della religione vedica. Nonostante la scarsa presenza nelle scritture vediche, è una importante divinità, connessa con la fecondità naturale, in quanto apportatore di pioggia, e con il cielo meteorico: manifestandosi nel tuono e nel fulmine. Parjanya è naturalmente anche dio della fertilità, perché fa fruttificare la terra irrorandola di pioggia, e dio della fecondità in quanto pone germe e seme, oltre che nelle piante, anche negli esseri viventi.

Due inni del Rigveda, 5.83 e 7.101, sono dedicati a Parjanya. In sanscrito vedico Parjanya significa “pioggia” o “nuvola di pioggia”. Le preghiere dedicate a Parjanya, per invocare le benedizioni delle piogge sono menzionate nell’Atharvaveda. Parjanya era anche uno dei Saptarishi nel quinto Manvantara. È uno dei 12 Aditya e secondo il Vishnu Purana, il guardiano del mese di Kartik, un Gandharva e un Rishi nell’Harivamsa. Il nome potrebbe essere affine al lituano Perkūnas “dio del tuono”, finlandese Perkele “dio del tuono”, gotico fairguni “montagna”, lingua mordvin Pur’ginepaz, vedi Perkwunos.

Varie fonti confermano Parjanya come Dio della pioggia, spesso paragonato o confuso con Indra, il re dei cieli. L’acqua è di fondamentale importanza per la vita sulla terra, la crescita delle piante ecc. Ma anche per l’uomo, che come sappiamo è costituito maggiormente d’acqua da 50 a 70%, la percentuale cambia secondo il peso, il sesso e l’età. Possiamo così intuire che lavorare sull’elemento acqua nel corpo è fondamentale. Con questa posizione possiamo intervenire a bilanciare/equilibrare questo prezioso elemento, il contenuto e movimento in modo dolce, ma significativo.

COME SI ESEGUE:

Ci si mette in ginocchia, portando il piede destro in avanti, la gamba piegato sul ginocchio, stando ben attenti che il ginocchio risulti allineato al tallone, quindi la gamba perpendicolare al suolo. Le mani si posano sulle cosce con le dita intrecciate, le palmi rivolti in giù. Una profonda inspirazione solleva le braccia in alto, con le mani che ruotano sui polsi e i palmi verso il cielo. Le braccia risultano sulla linea delle orecchie, ben tese in alto. La prossima espirazione ruota il busto verso sinistra, fino a portarsi di profilo, i muscoli dell’addome attivati per proteggere, sostenere la schiena nella rotazione. State attenti che il ginocchio non crolli all’interno, ma che rimanga ben allineato sopra il tallone. Mantenete la postura con respiri calmi e regolari da cinque a quindici o più respiri. La posizione va ripetuta, con le stesse modalità e stessi tempi, sull’altro lato.

BENEFICI:

  • Elasticizza l’articolazione delle anche
  • rafforza ed elasticizza i muscoli del bacino
  • elasticizza e rafforza le spalle e le braccia
  • apre il torace migliorando la respirazione
  • rafforza le gambe
  • tonifica lo psoas
  • massaggia i reni e surreni

CONTROINDICAZIONI:

Nessuna

LE MYOFASCE MUSCOLARI:

  • Tonifica il Core Sutra centrale in questa bella torsione
  • Rafforza i Parsva Sutras laterali aumentando cosi la stabilità della posizione
  • Purva e Pascima Sutra anteriore e posteriore sono ambedue rafforzati ed in equilibrio, per causa dello sforzo di mantenere l’allungamento in alto
  • rafforza e tonifica i Sutra delle braccia e delle spalle

YOGA E AYURVEDA:

Il suo elemento dominante è L’ACQUA

  • Quindi per persone con VATA Dosha dominante è una buona posizione, che possono mantenere senza problemi a lungo. Rafforza tutti i muscoli intorno alle giunture, che VATA tende averli deboli.
  • Anche persone con PITTA Dosha dominante possono trovare grossi benefici da questa posizione e mantenerla a lungo. Anche perché è di facile esecuzione, che non stimola la loro tendenza alla competizione.
  • I tipi con KAPHA Dosha predominante fanno bene di non prolungare il mantenimento. Possono equilibrare l’effetto sull’acqua piegandosi e allungandosi sulla coscia dopo che escono dalla torsione.

LA SUA POLARITÀ È MASCHILE

GIOVA ALLE PERSONE INTROVERSE E INCAPACI DI PIANGERE

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Con gioia e gratitudine

Sabine / Satyabhama