Sadhaka è il “praticante”, colui che intraprende un percorso spirituale (sadhana) al fine di conseguire la liberazione dal ciclo delle rinascite. Chi inizia la via dello yoga è dunque un sadhaka, un “adepto”. Quando il Guru (“maestro”) deciderà che per l’adepto è giunto il momento di iniziare un cammino di solitudine, distaccato dal mondo esterno e lontano dalla sua guida, il praticante prenderà il nome di yogin, se è un uomo, e di yogini se è una donna. Gabriella Cella, YOGA-RATNA IL GIOIELLO DELLO YOGA

Sadhaka è un termine sanscrito che descrive qualcuno che segue una certa sadhana, una pratica spirituale o uno stile di vita, con l’obiettivo di raggiungere un determinato obiettivo. Il termine può essere tradotto come “adepto spirituale”. A volte viene confuso con un termine molto simile, abhyasi, che può essere tradotto come “praticante”, ma, mentre un praticante ripete una pratica meccanica, un sadhaka deve andare oltre e praticare con profonda concentrazione interiore, intelligenza e percezione.

Questa bella posizione, che – una molto simile – si usa in India per fare gli omaggi al maestro, indica la volontà di sottomettersi alla conoscenza spirituale, alle istruzioni, alla guida del maestro, del Guru con la fiducia che egli ci possa portare infine alla perfezione, alla fine delle rinascite. Che ci possa aiutare ad evolvere prima al Sattva-guna (virtu), fino ad arrivare al di là dei guna, al di là del ego, a raggiungere lo stato di Samadhi, o per i Bhakti-Yogi all’ amore puro per Dio, come indica l’ultimo Niyama, Ishvara Pranidhana (devozione).

COME SI ESEGUE:

Stando in ginocchia, seduti nella conca che formano i piedi con le punte unite e i talloni aperti. Inspirando allungare il busto in alto, ed espirare mentre scende verso il suolo, le avambracci si appoggiano al suolo, i gomiti accanto alle ginocchia. Le mani giunte vanno a taglia sulla terra e i pollici uniti puntano in alto, in modo che la fronte si possa appoggiarci sopra, nella parte bassa, tra le sopracciglia. Si mantiene la posizione con respiri calmi e regolari. La variante di riposo porta la fronte ad appoggiarsi sui due pugni sovrapposti al suolo.

Una posizione molto confortevole per tanti, eppure con problemi o rigidità alle ginocchia o all’articolazione delle anche può causare difficoltà per un numero notevole di persone. In quel caso bisogna aiutarsi con dei ausili (come cuscini, coperte ripiegate) dietro le ginocchia, o tra le cosce e l’addome, per rendere la posizione confortevole. Mantenere la posizione con respiri calmi e regolari per almeno dieci respiri ed aumentare gradualmente finché ci si sente comodi. La posizione si può eseguire quotidianamente quando andiamo a dormire, mentre magari esprimiamo una preghiera, o semplicemente facciamo passare la giornata nella coscienza verificando se ci sono da modificare alcuni nostri comportamenti, o gioire ancora di momenti belli.

BENEFICI:

  • Rilassa, rinforza, stimola il sistema nervoso parasimpatico, rinfresca, calma, radica e chiude
  • Elasticizza le articolazioni delle gambe
  • massaggia gli organi interni del bacino e dell’addome
  • mantiene e aumenta l’arco plantare
  • rilassa la schiena, e dona spazio ai dischi intervertebrali
  • stimola i punti dell’acupressura contro il mal di testa e la sinusiti

CONTROINDICAZIONI:

In gravidanza avanzata è necessario modificare l’asana divaricando le ginocchia; non va eseguito nel periodo mestruale se il flusso è abbondante.

LE MYOFASCE MUSCOLARI:

  • Il Core Sutra centrale viene tonificato dai archi plantari, attraverso lo psoas fino su alla testa sopra le orecchia.
  • Il Pascima-Sutra posteriore viene stirato nella parte superiore, mentre la parte inferiore si rilassa
  • I Sutra delle braccia, le mani e delle spalle vengono rafforzati
  • il Purva-Sutra anteriore viene rilassato nella parte superiore, mentre la parte inferiore viene allungato

YOGA E AYURVEDA:

Una posizione favorevole per tutti i tre Dosha, perchè in realtà si tratta di una postura rilassante.

  • Nonostante il suo elemento è fuoco, non porta complicazioni per PITTA Dosha, giusto se porta eccessivo calore è consigliabile di lasciare la posizione. Se PITTA si sente stressato e/o arrabbiato può usare questa posizione per liberarsi da tale emozioni.
  • VATA Dosha potrebbe sentire le articolazioni dolenti, in quel caso non eccedere nel mantenimento. Il contatto stretto con la terra, porta rilassamento e tranquillità.
  • KAPHA Dosha potrebbe avere qualche difficoltà, specialmente quando è sovrappeso, si può aiutare tranquillamente con degli ausili, come menzionati sopra. Dopo una pratica faticosa può riposarsi cmq in questa postura, ma non rimanerci troppo, specialmente durante la pratica.

LA SUA POLARITA’ E’ NEUTRA

PUO’ AIUTARE A TUTTE LE PERSONE CHE NON HANNO CAPACITA’ DI INTROSPEZIONE

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con gioia e gratitudine Sabine / Satya